4 apr 2016

"Libro d'ombra" di Jun'ichiro Tanizaki


A proposito di Tanizaki


Suppongo di non essermi mai soffermata con voi su quel grande autore che fu Jun'ichiro Tanizaki.
C'è da dire che non è del tutto uno sconosciuto, visto le traduzioni italiane di molte delle sue opere sono facilmente reperibili, pertanto forse il suo nome non vi sarà nuovo.

Personalmente trovo che Tanizaki sia così apprezzato in Occidente poiché il lettore non deve sforzarsi eccessivamente di entrare nella mentalità giapponese.
Con questo non intendo dire che Tanizaki avesse uno stile prettamente occidentale, anzi: "Libro d'ombra" è la prova inconfutabile del suo profondo legame con le tradizioni; dico solo che lui, di tutti gli autori che ho letto finora, è quello più consapevole delle modalità in cui il Giappone si stava pian piano omologando al mondo occidentale.
Questa consapevolezza di trovarsi a metà fra due universi fa sì che la narrazione di Tanizaki non dia mai niente per scontato, e che il confine dove tradizione e modernità si incontrano sia sempre netto e distinto.
Quello che dico sarà particolarmente chiaro a chi ha già letto "Adolescenti"; "Libro d'ombra" esaspera questo contrasto senza eccessivo rammarico e con una vena ironica.

Libro d'ombra

"Libro d'ombra" è un saggio che Tanizaki scrisse nel 1933 spinto apparentemente da una riflessione fatta al momento in cui, decidendo di comprare casa, aveva dovuto conciliare la comodità delle modernità occidentali con l'estetica delle case tradizionali giapponesi.
In verità questo è solo un pretesto per esaltare il ruolo dell'ombra nell'estetica giapponese.
Tanizaki descrive accuratamente le case, poi il cibo, poi la patina del tempo sugli oggetti e infine l'ideale stesso di bellezza femminile: l'autore fa notare come ciò che rende davvero particolari questi elementi, ciò che dona loro valore e bellezza, è proprio la presenza della penombra e dell'opacità.
In particolare Tanizaki elogia la proprietà dell'ombra di far risaltare tutte quelle cose che, essendo particolarmente chiare o brillanti, non hanno alcun fascino se osservate in piena luce.

Anche gli occidentali sono vissuti per lunghi secoli senza elettricità, senza gas, senza petrolio. Non credo, però, che abbiano amato l'ombra come noi."
L'esaltazione di questa bellezza offuscata però non è contrapposta da una vera e propria critica al gusto estetico occidentale; piuttosto, credo che in parte l'intento di Tanizaki fosse quello di far percepire in primo luogo ai suoi connazionali a cosa stavano rinunciando nella loro corsa verso la modernizzazione.
L'Occidente ha privilegiato sempre la vista, quasi perdendo la sensibilità degli altri sensi.
L'ombra invece permette di predisporre i nostri sensi tutti sullo stesso piano e di apprezzare attraverso di loro la realtà in un modo nuovo e più profondo.

Perché leggere "Libro d'ombra"

"Libro d'ombra" va letto per un'infinità di motivi.


  1. E' uno dei saggi più importanti sull'estetica giapponese: che siate appassionati di architettura, di dipinti, di cucina o di moda, questo è uno dei migliori esempi attraverso cui capire l'arte e il gusto più tradizionale del paese del Sol Levante. In generale, se il Giappone e la sua arte vi piacciono, questo libro vi permetterà di capire più a fondo e apprezzare appieno certi dettagli.
  2. La lettura è estremamente piacevole: solitamente quando io sento la parola "saggio" provo istintivamente voglia di scappare. Diciamocelo, il genere è un po' noioso e solitamente si arriva ad apprezzare un saggio solo in due casi: quando l'argomento ci interessa particolarmente, o quando l'autore è così bravo da tenerci incollati alle pagine. Nel mio caso, "Libro d'ombra" rispondeva a entrambi i requisiti. La lettura scorrevole e la brevità vanno sicuramente a favore di questo libro.
  3. Le descrizioni: non so cosa ne pensiate voi, ma per me il vero piacere della lettura sta nell'immaginarmi quello che sto leggendo. Il bravo autore a mio avviso è quello che riesce a suscitare un'immagine nella mente del lettore con una manciata di parole. Al contrario, le lunghe descrizioni ricche di particolari sono un indicatore del pessimo scrittore. Tanizaki, con le sue descrizioni, non dimostra semplice bravura; lui è un genio. Con poche, semplici frasi non solo è capace di rievocare nella mente del lettore immagini di posti e oggetti che probabilmente non ha mai visto, ma è capace di fargliele sentire con il tatto, con l'olfatto e con il gusto.

    Ogni volta che odo brusire il brodo caldo contro le pareti della ciotola di legno - ed è un rumore sommesso, simile a un lontano coro di insetti autunnali, che mi invita a meditare sulla ciotola e sul suo contenuto -,mi sento colmo di una gioia estatica. Dev'essere simile, questo stato di ebbrezza, a ciò che prova il maestro del tè quando, nel suono dell'acqua dentro il bollitore, crede di udire il vento stormire tra i pini. 
    Si dice spesso che la nostra cucina non bada tanto a deliziare il palato, quanto a lusingare con le seduzioni proprie delle arti figurative. Io penso che le sue composizioni mirino anche più in alto. Si direbbe che intendano sprofondarci in meditazioni silenziose.
  4. L'immedesimazione: questo punto in realtà va a braccetto con il punto 3. Quando io leggo un libro ambientato in un posto lontano, in una cultura diversa, voglio sentire che mi sto immergendo in quella realtà. La letteratura è uno strumento utilissimo per imparare a vedere le cose da un punto di vista esterno e si può dire in qualche modo che veicoli l'abbattimento degli stereotipi e l'avvicinamento delle culture. Forse io, avendo vissuto in Giappone, posso dire di essere facilitata in questo processo. Tuttavia, credo che gran parte degli autori giapponesi abbia la capacità di trascinare il lettore nella narrazione. "Libro d'ombra" non vi renderà partecipi di una storia, ma per qualche ora vi farà diventare giapponesi. Sconvolgerà il vostro punto di vista, tanto da farvi stupire di certe caratteristiche del gusto estetico occidentale a cui non avevate mai fatto caso... e in quel momento posso assicurarvi che i nostri canoni estetici vi appariranno tremendamente pacchiani e grossolani! Non ci credete? Provare per credere!

In conclusione

"Libro d'ombra" è uno di quei libri che presto o tardi vanno letti. E' troppo importante, troppo famoso e troppo citato. E, come se non bastasse, è anche troppo bello.
Io lo consiglio sempre come primo approccio alla scrittura di Tanizaki perché è uno scrittore spesso molto ostacolato dai pregiudizi.
Molti non gli si avvicinano proprio perché le prime cose che si presentano di lui sono sempre il suo feticismo per il piede femminile e l'ossessione per la figura materna.
Credo che questa nomea non gli renda giustizia e che distolga il focus dalla cosa che conta davvero, e cioè che Tanizaki era un grandissimo letterato. Ha scritto decine di libri uno più bello dell'altro e ha tradotto tutto il Racconto di Genji in giapponese moderno. 

E voi, avete mai letto "Libro d'ombra" o altre opere di Tanizaki? Che ne pensate? 
Condividete il mio parere?
Se la recensione vi ha incuriositi non dimenticate di condividerla con chi conoscete.

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Grazie e buona lettura <3

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