12 set 2017

Giovedì scorso

E oggi correva, che scema!, correva verso la fermata dell’autobus con il volto deformato dall’ansia, il cuore che le si rivoltava nel petto come un insonne nelle lenzuola, e poi le si è aperto lo zaino e tutto è caduto e si è chinata a raccogliere i libri da terra in fretta e furia perché – perché?, perché correva incontro all’ennesimo supplizio?!
Eppure lo sapeva, era come lanciarsi contro la lama di un pugnale, ma non riusciva a smettere di correre e quando finalmente era salita sull’autobus le scappava da vomitare, guardava le persone e voleva vomitare, le sue scarpe, vomitare, la strada, vomitare, le macchine, vomitare.
E non c’entrava un cazzo lo stomaco, la digestione, c’entra che dentro tutto premeva per uscire, per scappare, cercava di aprirsi un varco facendo a spallate contro il suo sterno, tutto si stava ribellando alle leggi della genetica, i polmoni al posto dei reni, il cuore al posto del fegato, il cervello al posto delle mani, gli occhi incastrati fra le scapole, tutto tutto tutto si era rotto il cazzo di starsene lì a farsi massacrare, e i pensieri peggio!, i pensieri come dita ficcate in gola, pensieri come frecce infilzate nella mente, e un disperato bisogno di ordine, pulizia, silenzio.
Di vomitare.
Era scesa dall’autobus, il volto come un foglio pieno di scancellature. Con la solita flemma solenne che accompagna tutti i gesti che si autoimpone, aveva camminato. Ogni passo era un nuova scossa di terremoto.
Qualcosa dentro di lei lottava fra il disperato bisogno di arrivare il prima possibile e la paura, il terrore, la voglia di girare i tacchi e scappare per sempre, non vederlo più, non tornare più, non amarlo più.
E poi era arrivata.
Il volto come un foglio bianco. Sotto casa sua.
E la finzione, il teatrino più degno che era riuscita a mettere su, un teatrino del cazzo perché poi lui le aveva detto “sei strana oggi” – come se non sapesse – e lei che nega l’evidenza perché comunque l’evidenza è uno strascico di temporale nei suoi occhi, tutto sommato un risultato accettabile quando dentro hai l’apocalisse.


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